Il judo è una disciplina intuitiva, ma, allo stesso tempo, molto difficile: richiede impegno, sacrifici, concentrazione, coordinazione, pazienza, umiltà, perseveranza. Come tutti gli sport, direte voi. Sì e no. Senza niente togliere a nessuno sport, perché ciascuno ha le proprie peculiarità e difficoltà oggettive, il judo ti richiede fin da piccolo molto carattere. Che cosa ti dà in cambio? Tutto.
I frutti li raccogli quasi da subito, se giochi secondo le regole: sei in grado di fare movimenti ed evoluzioni che ormai risultano difficili per molti ragazzini, percepisci valori come lealtà, onestà e rispetto come parte integrante della tua vita e, se te ne discosti, avverti un senso di disagio per la consapevolezza di non essere in accordo con quanto ti è stato insegnato.
Sì, però il judo è uno sport individuale. E’ vero, ma ha un profondissimo spirito di squadra alla base: se manca quello, il supporto dei compagni, l’uke (sparring partner) per fare l’allenamento, la presenza costante dell’insegnante… non è più judo. Ricordo ancora le gare a squadre in palestra, tra compagni della stessa società, solo per divertimento: quando era il tuo turno sentivi che combattevi per la squadra e davi tutto quello che avevi, perché avvertivi quel supporto costante e l’orgoglio di aver vinto per gli altri, prima ancora che per te stesso.
Per cui, sì, il judo è uno sport individuale, ma tra tutti gli sport individuali che conosco, è il più di squadra che mi venga in mente!