Martedì – Il martedì è il giorno dell’allenamento in più: si va’ dagli amici di sempre e si prova a mettere in pratica quanto appreso fino al giorno prima. Si fanno randori, si prova un tipo differente di allenamento, altri ritmi, altri insegnanti, altri uke. E più di ogni altra cosa, si vive il judo “insieme per progredire”: ciascuno porta il suo piccolo – grande bagaglio di conoscenze e lo mette a disposizione degli altri, in un sentire che diventa comune dopo un certo numero di allenamenti. Così poi si va’ in gara e si lotta dalla stessa parte, ci si incoraggia a vicenda, si tifa, si cresce insieme.
Non tutti ambiscono a una medaglia, non si va’ a fare judo per questo o per la gloria, ma per stare bene con se stessi e con gli altri, per vivere gioiosamente una passione che ci accomuna. “Mutua prosperità” è l’altro grande mantra che ci viene dal Fondatore della nostra disciplina, il Maestro Jigoro Kano: il benessere deve essere tale per tutti. Bisogna cercare di creare un movimento che abbia basi solide e che possa adattarsi alle necessità di ciascuno per far sì che, in modi diversi a seconda della persona, crei un miglioramento per il singolo in modo tale da spingerlo a migliorare a sua volta la società, il bene comune.
Si dovrebbe scendere dal tatami col cuore più leggero e la mente sgombra, come è successo a quanti ieri hanno partecipato al bell’allenamento di Fabio Zuliani, comprensivo di uchikomi, randori, studio di tachi waza (con particolare riferimento al taisabaki) e ne waza (incentrato sul concetto di osaekomi e del ki), concludendo con esercizi di stretching e qualche minuto di silenzio per liberare la mente e assorbire i nuovi movimenti appresi.
Il Judo offre talmente tante sfaccettature e sfumature da poter essere studiato per anni ed anni, senza mai il timore di aver raggiunto il culmine del sapere, in un costante miglioramento di se stessi. Ho visto judoka, maestri, con decenni di insegnamento e pratica alle spalle, svestire i panni dell’insegnante per tornare allievi di fronte ad altri maestri: lo sguardo umile, la mente pronta, il corpo elastico, il cuore limpido di un bambino che ha voglia di imparare e che sempre ne avrà.